Riportiamo l’articolo di CARLO ROVELLI pubblicato su CORRIERE DELLA SERA, 31 LUGLIO 2022 perchè riteniamo che rappresenti con estrema lucidità le troppe contraddizioni dell’incondizionata e supina sudditanza agli USA ed alla NATO da parte dei Paesi europei, Italia compresa.

L’atlantismo è diventato un dogma ormai indiscutibile e, per le forze politiche di sinistra e destra, un ingrediente indispensabile per presentarsi credibili e rassicuranti alle prossime elezioni politiche: guai dissentire dalla manichea propaganda secondo cui l’occidente è il bene mentre l’oriente è il male.

Ora, perchè appartenere alla NATO deve necessariamente concretizzarsi nell’eseguire gli ordini USA? Perchè i Paesi occidentali, ad un passo dalla guerra mondiale, non aprono gli occhi su cosa abbia davvero significato questa fatale collaborazione in 77 anni di “importazione della democrazia”? 


 

Mi unirei al coro generale se fosse sincero. Se condannando un attacco a un Paese sovrano, aggiungessimo che ci impegniamo a non fare mai più nulla di simile.

Raramente mi sono sentito così lontano dalla retorica dei giornali. Forse dall’adolescenza, e forse per lo stesso motivo: quando la gioventù si ribellava d’istinto – prima ancora che a ingiustizia sociale, autoritarismo o vietnamiti massacrati dal napalm – al dilagare dell’ipocrisia.

L’Occidente si è lanciato a cantarsi come detentore dei valori, baluardo della libertà, protettore dei deboli, garante della legalità, speranza per la pace. Il peana su quanto siamo buoni e giusti mentre gli “autocratici” sono infingardi è un coro all’unisono. La ferocia russa e cinese è ostentata, ripetuta, declamata.

Mi unirei al coro se fosse sincero. Se condannando un attacco a un Paese sovrano, aggiungessimo che ci impegniamo a non fare più nulla di simile. Non fare quanto l’Occidente ha fatto in Afghanistan, Iraq, Libia, Serbia, Yemen, Grenada, Panama… Con la partecipazione dell’Italia sono stati invasi Iraq e Afghanistan che non avevano attaccato nessuno, causando un milione di morti. Rivangare il passato non serve: ci impegniamo per il futuro?

Mi unirei al coro contro il riconoscimento del Donbass che ha innescato la guerra ucraina, se aggiungessimo che ci siamo sbagliati riconoscendo Slovenia e Croazia, innescando la guerra civile Iugoslava. O per i bombardamenti su Kiev, dove la scusa era che Kiev massacrava il Donbass, se la Nato si impegnasse a non fare più nulla di simile, come ha fatto bombardando Belgrado, dove la scusa era che Belgrado massacrava il Kosovo. Mi unirei al coro contro la Russia che cerca di cambiare il regime di Kiev, se l’Occidente si impegnasse a non fare più la stessa cosa, come ha fatto abbattendo e destabilizzato governi democraticamente eletti dal Medio Oriente al Sud America, dal Cile all’Algeria, dall’Egitto alla Palestina. Mi unirei al coro che si commuove per i profughi ucraini, se si commuovesse anche per yemeniti, siriani, afghani e altri con pelle di tonalità diverse.

Ipocrisia senza limiti. I giornali gridano sulle politiche “imperiali” di Cina e Russia. Il lupo e l’agnello. La Cina non ha quasi soldati fuori dei suoi confini, se non in missioni Onu. La Russia ne ha a pochi chilometri, in Siria e Transnistria. Gli americani hanno centomila soldati in Europa, basi militari in Centro e Sud America, Africa, Asia, Pacifico, Giappone, Corea… ovunque, eccetto in Ucraina dove stavano insediandosi. Hanno portaerei nel mare della Cina. Dalle coste cinesi si vedono navi da guerra Usa, non si vedono navi da guerra cinesi da New York. Chi è l’impero? Si paventa, non abbastanza, l’uso dell’atomica. L’Occidente è l’unico ad averla usata. A guerra vinta, per affermare il dominio con la violenza; nessun altro lo ha fatto. Si scrive che la Cina è aggressiva; non ha fatto guerre dopo Corea e Vietnam; l’Occidente ne ha fatte in continuazione ovunque. Chi è l’impero?

Il Pentagono pubblica liste di persone uccise dai suoi droni nel mondo, molti innocenti. Il New York Times è arrivato all’orrore di denunciare il fatto che i soldati che li guidano non hanno supporto psicologico per lo stress di ammazzare innocenti. Lo scandalo non è ammazzare innocenti, è che chi li ammazza non ha supporto psicologico. L’impero assiro era arrivato a tale arroganza. Ma i nostri giornalisti ricordano indignati una persona uccisa anni fa a Londra dai russi… Gli americani invocano la Corte Penale Internazionale, da cui hanno sempre dichiarato che non si fanno giudicare. O la legalità internazionale, quando le loro guerre sono condannate dall’Onu. Onu che la maggioranza del mondo vorrebbe autorevole, ma Washington ostacola.

Sarei in disaccordo, ma non mi sentirei disgustato, se sentissi “siamo forti, vogliamo dominare con le armi per difendere il nostro privilegio”. Non ci sarebbe ipocrisia e potremmo discutere se sia una scelta intelligente. Se non sia più lungimirante collaborare.

Non fraintendetemi. Amo l’America, molto. Vi ho vissuto dieci anni e sono stato cittadino Usa. Ne conosco splendori e orrori. La brillantezza delle università, la vitalità dell’economia, la miseria dei ghetti neri e bianchi, la violenza per noi inconcepibile delle strade. Amo l’Europa, la civiltà, tolleranza e cautela ereditate dalla devastazione della Guerra. Ma non posso non vedere il nostro piccolo mondo ricco chiudersi su se stesso in un parossismo di ipocrisia.

Amo anche Cina e India, di cui pure ho visto miserie e splendori. Ci perdiamo in chiacchiere su quale sistema sia meglio, come dovessimo fare tutti la stessa cosa. Il problema del mondo non è che singolo sistema politico adottare tutti. Il problema del mondo è convivere, rispettarsi, collaborare. Il problema del mondo è costruire un nuovo soggetto politico: l’umanità, con le sue diversità.

Tanti Paesi ce lo ripetono, non li ascoltiamo. Rifiutano le sanzioni contro la Russia. Perfino di condannare la Russia. Perché? Perché vedono l’ipocrisia dell’Occidente, che si sente libero di massacrare, e poi fa l’anima candida.

L’umanità vorrebbe che i problemi reali, riscaldamento climatico, pandemie, povertà che ricomincia a crescere, fossero affrontati insieme. L’80% degli italiani non è favorevole all’aumento delle spese militari. Considera l’emergenza climatica il problema grave. Il direttore della Cia afferma in una intervista che cerca di convincere i politici, che non ascoltano, della stessa cosa. Le persone ragionevoli sanno che collaborare è meglio. L’Occidente rifiuta. Vuole “avversari strategici”, nemici, vuole schiacciare gli altri. Ha le armi. L’Ucraina si potrebbe risolvere come la crisi Iugoslava: con una separazione. Ma l’Occidente non vuole soluzioni, vuole fare male alla Russia: non fa che ripeterlo.

Ora si sente inquieto perché la Cina sta diventando ricca. La provoca, la accusa con pretesti (ce ne sono: scagli la prima pietra chi è senza colpe). Cerca lo scontro. Vorrebbe umiliarla militarmente prima che cresca troppo. La classe dominante occidentale ci sta portando verso la terza guerra mondiale. Nelle foto si allineano facce sorridenti dei leader occidentali, felici delle portaerei, delle bombe atomiche, trilioni di dollari di armi, con cui si potrebbero risolvere i guai del mondo, usati per rafforzare il dominio. E tutto imbiancato da belle parole: democrazia, libertà, rispetto dei confini, legalità. Dietro, come zombi, giornalisti, editorialisti e politici di stati vassalli come il nostro, a ripetere. Sepolcri imbiancati. Su una scia di sangue di milioni di morti straziati dalle nostre bombe. Da Hiroshima a Kabul, e continueranno.

*Fisico, saggista e accademico


l’articolo si può leggere anche su

https://ristretti.org/il-conflitto-e-lipocrisia-serve-un-nuovo-soggetto-politico-lumanita

2 Commenti

  1. sarà una mia fissa ma mai come ora credo che i tempi siano maturi per una intesa comune tra persone di sinistra e persone di destra sulla necessità di rivedere l’appartenenza dell’Italia alla NATO: i politicanti in febbre di elezioni politiche sono sicuri che a mantenere il dogma dell’atlantismo potranno conservare la poltrona in un parlamento fantoccio ma tale loro sicurezza non tiene conto della gente comune che, grazie alle contraddizioni percepite da questa strana guerra in Ucraina, stanno smettendo di mirare al proprio ombelico per rendersi sempre più conto di come l’Italia sia fatalmente incastrata in una situazione internazionale più grande di noi.
    Preciso: rivedere la NATO non significa darsi a Putin, perchè la vera sovranità ed un sano nazionalismo non stanno nel cambiare padrone.

  2. Per come la vedo io, volessi davvero lavorare per una Italia e per una Europa davvero sovrane, non sceglierei nè l’incondizionato atlantismo dei “liberatori” nè il sovranismo filo-putiniano che farebbe cambiare semplicemente padrone. La libertà interiore del non scegliere non è vigliaccata ma semplicemente è non accanimento. Quando ritieni che l’organismo sia spacciato, non lo affidi a un artificio o a un altro ma lo lasci andare, perchè è giusto così. Quegli egocentrici umani che abitano la penisola italica non sono in grado di autogovernarsi perchè non sono mai stati popolo, e, da Dante, questa affermazione conta ben 7 secoli di vita ed è mai stata smentita, neppure con la frode del millantato risorgimento o dell’inverificabile risultato del referendum monarchia-repubblica o della mitizzata ripresa industriale degli anni ’50 grazie ai soldi di chi ci ha comprati. Desolante, lo so. Tuttavia abbiamo avuto il nostro tempo per redimerci ma non l’abbiamo usato per il meglio, ed ora vorremmo che uno o l’altro blocco ci salvi dalla catastrofe… Beh, questa sì è vigliaccata, anche se le abili e potenti propagande mediatiche dell’uno o dell’altro (o dei venduti all’uno o all’altro) sanno inondarci di notizie-immondizia che ci fanno credere tutto ed il contrario di tutto.

Scrivi un commento