Grande incontro internazionale oggi nella capitale italiana di tanti movimenti per la pace europei. Noi del Punto Pace Ivrea vi proponiamo le riflessioni di Riccardo Michelucci su AVVENIRE di Giovedì 3 c.m. e di Coordinamento Campagne Rete Pace e Disarmo di Venerdì 4 c.m. e, in ordine inversamente cronologico di inserimento, la cronaca di Pierangelo Monti (MIR) che ringraziamo.


Sabato 5 Novembre alla grande manifestazione per la pace a Roma, tra gli oltre centomila manifestanti c’erano venti Canavesani, con i cartelli e gli striscioni che regolarmente vengono portati ai presidi del sabato davanti al municipio di Ivrea.

Dopo 38 presidi, lo scorso Sabato il presidio per la pace non è stato fatto, anche perché alcuni di noi si erano ritrovati il giorno prima, 4 Novembre, al Monumento ai caduti in corso Cavour, per commemorare tutti i caduti, anche i disertori, anche i soldati che avevano la bandiera e “la divisa di un altro colore” (come cantava De André ne “La guerra di Piero”) e che maledicevano la guerra al pari degli italiani. 

La prima guerra mondiale, che causò 16 milioni di morti, 20 milioni di mutilati e feriti, impoverimento e distruzioni generali, fu un’inutile strage, che poteva e doveva essere evitata, poiché ci sono altri modi per arrivare a decidere i confini degli stati. Questo vale anche oggi per l’Ucraina e la Russia.

Così il 4 novembre davanti al monumento ai caduti e il 5 novembre a Roma abbiamo manifestato perché non ci siano mai più caduti nelle guerre, perché si smetta di uccidere, si avviino veri negoziati di pace e una Conferenza internazionale, che serva a dirimere le controversie e far cessare ogni guerra.

Poiché la guerra, essendo la cosa peggiore che l’uomo sa fare, va ripudiata, e vanno ripudiate le armi di distruzione totale, le armi atomiche, batteriologiche e chimiche, che solo menti criminali possono pensare di usare contro le popolazioni considerate nemiche, con gravi ricadute sull’umanità intera e sulla natura.

La grandiosa manifestazione di Roma indetta da ben 600 organizzazioni, che hanno trovato l’accordo su alcune richieste fondamentali , dovrebbe essere ripetuta in tutte le capitali europee, a dimostrazione della comune volontà di cambiamento delle impostazioni politiche in materia di difesa e di relazione tra gli stati. Già troppe sofferenze e troppi sprechi sono dovuti a chiusure nazionalistiche, a interessi di parte, di pochi che ambiscono sempre più potere e si arricchiscono con le armi e le guerre. I popoli non ne possono più di politiche sbagliate: chiedono una pace disarmata.

Pierangelo Monti


5 Novembre. Da Sarajevo a Roma, le strade di Pax Christi per la pace

Julini: «Credo che l’Italia possa diventare ancora una volta il laboratorio di qualcosa di politicamente nuovo sul piano della pace».

«Credo che l’Italia possa diventare ancora una volta il laboratorio di qualcosa di politicamente nuovo sul piano della pace. Non era scontato che la manifestazione nazionale del 5 novembre ricevesse un’adesione così ampia da parte del mondo cattolico». Per Norberto Julini, coordinatore nazionale di Pax Christi, «è il frutto del paziente lavoro di tessitura messo in atto da una quarantina di associazioni cattoliche italiane, le stesse che nei giorni scorsi hanno sottoscritto un documento chiedendo al nuovo governo e al nuovo Parlamento di far valere le ragioni della pace nelle sedi internazionali». No alle armi nucleari e sì a forti gesti di pace e di dialogo: è ciò che affermava, in estrema sintesi, quel documento.

Due punti che la stessa Pax Christi considera di centrale importanza e sui quali non ha mai avuto alcun dubbio. Anche nella sua ultima assemblea svolta nel marzo scorso, l’associazione ha ribadito che affidarsi esclusivamente alla logica delle armi rappresenta il fallimento della politica.

«Purtroppo stiamo assistendo a una grave deriva bellicista che ha ipnotizzato molte persone anche nel nostro Paese, convincendole che persino la guerra nucleare possa essere un’opzione possibile. Ma otto mesi dopo l’inizio dell’attacco da parte della Russia possiamo dire ormai con certezza che mandare più armi in Ucraina non ha fatto altro che alimentare il conflitto» prosegue Julini. «Il nostro movimento cerca di fare la sua piccola parte continuando a essere motore di educazione e di conversione alla pace, di farsi testimone attivo di quella nonviolenza che è organica al cristianesimo ma che spesso non viene coltivata con la necessaria radicalità».

Pax Christi Italia fu creata nel 1954 da Giovanni Battista Montini prima che diventasse papa Paolo VI e da allora si impegna attivamente per la pace, il disarmo e la nonviolenza. Ancora oggi continua a camminare nel solco tracciato da figure storiche del pacifismo italiano come il vescovo emerito di Ivrea Luigi Bettazzi e il compianto don Tonino Bello, che esattamente trent’anni fa – quand’era presidente del movimento – organizzò una storica marcia per la pace nella Sarajevo assediata. In questi mesi, Pax Christi ha partecipato con proprie delegazioni alle quattro carovane della pace organizzate dalla coalizione Stop thewarnow portando aiuti e solidarietà in Ucraina, e sostenendo attivamente l’impegno degli obiettori di coscienza ucraini e russi. Alla missione del settembre scorso – giunta fino a Odessa e Mykolaiv, nel cuore del conflitto – ha preso parte anche l’attuale presidente, il vescovo Giovanni Ricchiuti.

«Tanti nostri attivisti hanno partecipato alle iniziative di mobilitazione svolte in tutta Italia dal 21 al 23 ottobre e il 5 novembre saremo presenti ovviamente alla manifestazione Europe for Peace di Roma» prosegue Julini, spiegando che il movimento svolge poi un lavoro silenzioso, che quasi mai fa notizia, all’interno delle scuole, delle parrocchie e delle diocesi «per camminare sui passi di papa Francesco». Alcuni giorni fa Pax Christi ha inaugurato un nuovo “Punto pace” a Bergamo mentre sono in corso i preparativi per due importanti iniziative in programma alla fine dell’anno: un grande convegno per il cinquantesimo anniversario della legge sull’obiezione di coscienza a Gravina di Puglia e una marcia per la pace che si terrà il 31 dicembre nella vicina Altamura.

«La nostra azione non cesserà finché non si porranno le basi per una pace giusta che sia il risultato di un nuovo approccio su tante questioni globali interconnesse tra loro, a partire dalle diseguaglianze e dal cambiamento climatico. Ciascuna di esse, se lasciata irrisolta, è destinata ad alimentare nuove guerre».

La sensazione è che il 5 novembre possa davvero segnare una svolta, almeno nel nostro Paese. «Se sarà davvero una manifestazione larga e condivisa come sembra, la politica non potrà evitare di darci ascolto. Siamo giunti a livello di regressione inaccettabile. Ma per citare don Lorenzo Milani, uscire dai problemi da soli è egoismo, uscirne insieme è politica. E adesso più che mai è necessario che la politica della pace riparta dalle piazze».

Riccardo Michelucci


Cessate il fuoco subito, negoziato per la Pace! Manifestazione Nazionale a Roma il 5 Novembre

CESSATE IL FUOCO SUBITO – NEGOZIATO PER LA PACE

METTIAMO AL BANDO TUTTE LE ARMI NUCLEARI

SOLIDARIETÀ CON IL POPOLO UCRAINO E CON LE VITTIME DI TUTTE LE GUERRE

Manifestazione Nazionale

Roma – Sabato 5 Novembre 2022

Ritrovo ore 12.00 – Piazza della Repubblica

Partenza corteo ore 13.00

Inizio diffusione contenuti dalle ore 14.30 – Interventi dal Palco ore 15.00 – Piazza San Giovanni in Laterano

L’ombra della guerra atomica si stende sul mondo

La minaccia nucleare incombe sul mondo. È responsabilità e dovere degli stati e dei popoli fermare questa follia. L’umanità ed il pianeta non possono accettare che le contese si risolvano con i conflitti armati. La guerra ha conseguenze globali: è la principale causa delle crisi alimentari mondiali, ancor più disastrose in Africa e Oriente, incide sul caro-vita, sulle fasce sociali più povere e deboli, determina scelte nefaste per il clima e la vita del pianeta. La guerra ingoia tutto e blocca la speranza di un avvenire più equo e sostenibile per le generazioni future.

Questa guerra va fermata subito

Condanniamo l’aggressore, rispettiamo la resistenza ucraina, ci impegniamo ad aiutare, sostenere, soccorrere il popolo ucraino, siamo a fianco delle vittime. Siamo con chi rifiuta la logica della guerra e sceglie la nonviolenza.

L’inaccettabile invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha riportato nel cuore dell’Europa la guerra che si avvia a diventare un conflitto globale tra blocchi militari con drammatiche conseguenze per la vita e il futuro dei popoli ucraino, russo e dell’Europa intera. Siamo vicini e solidali con la popolazione colpita, con i profughi, con i rifugiati costretti a fuggire, ad abbandonare le proprie case, il proprio lavoro, vittime di bombardamenti, violenze, discriminazioni, stupri, torture.

Questa guerra va fermata subito. Basta sofferenze. L’Italia, l’Unione Europea e gli stati membri, le Nazioni Unite devono assumersi la responsabilità del negoziato per fermare l’escalation e raggiungere l’immediato cessate il fuoco. È urgente lavorare ad una soluzione politica del conflitto, mettendo in campo tutte le risorse e i mezzi della diplomazia al fine di far prevalere il rispetto del diritto internazionale, portando al tavolo del negoziato i rappresentanti dei governi di Kiev e di Mosca, assieme a tutti gli attori necessari per trovare una pace giusta. Insieme con Papa Francesco diciamo: “Tacciano le armi e si cerchino le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste e stabili”.

L’umanità ed il pianeta devono liberarsi dalla guerra.

Chiediamo al Segretario Generale delle Nazioni Unite di convocare urgentemente una Conferenza Internazionale per la pace, per ristabilire il rispetto del diritto internazionale, per garantire la sicurezza reciproca e impegnare tutti gli Stati ad eliminare le armi nucleari, ridurre la spesa militare in favore di investimenti per combattere le povertà e di finanziamenti per l’economia disarmata, per la transizione ecologica, per il lavoro dignitoso.

Occorre garantire la sicurezza condivisa.

Le guerre e le armi puntano alla vittoria sul nemico ma non portano alla pace: tendono a diventare permanenti ed a causare solo nuove sofferenze per le popolazioni. Bisogna invece far vincere la pace, ripristinare il diritto violato, garantire la sicurezza condivisa. Non esiste guerra giusta, solo la pace è giusta. La guerra la fanno gli eserciti, la pace la fanno i popoli.

L’Italia, la Costituzione, la società civile ripudiano la guerra. Insieme esigiamo che le nostre istituzioni assumano questa agenda di pace e si adoperino in ogni sede europea ed internazionale per la sua piena affermazione.

rimando di rete su tutte le associazioni che hanno aderito alla Manifestazione di oggi a Roma

Rete Pace e Disarmo


ringraziamo Mario Beiletti (ANPI Ivrea) per le testimonianze fotografiche che qui riportiamo volentieri circa la manifestazione pacifista a Roma

 

presenti alla manifestazione nella capitale anche alcuni del Punto Pace Ivrea


©

Comments are closed.