Israele, i diciannovenni Eran e Udi sono in carcere per seguire l’esempio di quei loro coetanei della cui obiezione di coscienza abbiamo già scritto: essi si rifiutano di far parte dell’esercito israeliano che occupa i territori abitati dai palestinesi.

Sosteniamoli!

il presente articolo fa seguito al precedente qui pubblicato circa la lettera aperta di 20 ragazzi israeliani obiettori


La lettera di Eran

Mi chiamo Eran, ho 19 anni e vivo a Tel Aviv. Mi rifiuto di essere arruolato nell’esercito israeliano perché non sono disposto a prendere parte all’occupazione israeliana dei territori palestinesi. Ho già scontato 14 giorni di carcere militare e domenica scorsa il tribunale militare mi ha condannato ad altri 20 giorni di carcere.

Fin da piccolo ho cercato di capire la situazione politica in Israele e i rapporti di potere tra israeliani e palestinesi. Dopo aver fatto ricerche sull’argomento, sono arrivato a capire la realtà quotidiana dei palestinesi che vivono sotto l’occupazione israeliana. Più imparavo a conoscere il blocco di Gaza e la mancanza di diritti umani di base per i palestinesi in Cisgiordania, più mi era chiaro che non potevo accettare di diventare un soldato e prendere parte all’oppressione del popolo palestinese.

Nella mia dichiarazione alla commissione dell’esercito per la concessione di esenzioni per motivi di coscienza, ho dichiarato le ragioni del mio rifiuto del servizio militare.

Mi rifiuto perché credo che:

  • sia immorale e irragionevole tenere il popolo palestinese sotto il controllo militare e il blocco senza concedergli diritti civili e politici, e violando continuamente i suoi diritti umani.
  • tutti gli esseri umani debbano essere governati da istituzioni che li rappresentino.
  • arruolarsi nell’esercito legittimi l’occupazione e la serva.
  • Israele potrebbe e dovrebbe porre fine all’occupazione immediatamente, sia con un accordo, sia con il ritiro, sia con la concessione della cittadinanza al popolo palestinese e la creazione di uno stato bi-nazionale per palestinesi e israeliani.

Mi rifiuto perché rispetto le regole e le norme del diritto internazionale e della comunità internazionale, che rifiutano l’occupazione israeliana.

Il primo giorno del mio servizio militare ho rifiutato l’arruolamento e l’esercito mi ha mandato a giudizio in un tribunale militare. Uno degli ufficiali presenti mi disse che voleva evitare che andassi in prigione e che aveva una soluzione che mi avrebbe permesso di prestare servizio entrando nella polizia israeliana, per il mio servizio. Ho accettato, credendo che in quel modo avrei potuto servire il paese senza prendere parte all’occupazione.

Sono stato invitato a un colloquio per le forze di polizia nella sede nazionale di Sheikh Jarrah, a Gerusalemme Est occupata. Ho rifiutato perché non sono disposto a invadere i territori palestinesi. Di conseguenza la polizia non mi ha riconosciuto come obiettore di coscienza e mi ha rimandato al tribunale militare. L’ufficiale che mi ha suggerito di entrare in polizia era arrabbiato per la mia “testardaggine” ma ha detto che avrebbe cercato di cambiare la decisione della polizia. Sono stato chiamato a un altro colloquio a Gerusalemme Ovest.

Lì, sono stato respinto per aver dichiarato che non avrei riferito o usato informazioni riguardanti i Territori Occupati che avrei ricevuto durante il mio servizio di polizia. Sono stato processato ancora una volta da un tribunale militare e sono stato condannato a 14 giorni di prigione.

Dopo i tentativi falliti dell’esercito di trovarmi una posizione di servizio che non fosse contro la mia coscienza, la mia conclusione è che non è possibile servire nell’esercito o nella polizia senza prendere parte all’occupazione. Dopo 54 anni l’occupazione è penetrata in tutte le posizioni di sicurezza in Israele. È inevitabile e cesserà solo quando l’occupazione stessa avrà fine.

In solidarietà,

Eran

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collegamenti di rete che trattano dell’obiezione di Eran:

assopacepalestina.org

serenoregis.org


lo sciopero della fame di Udi

“Ho deciso di entrare in sciopero della fame perché credo che la mia carcerazione sia illegittima”, ha spiegato Udi ad Haaretz. “Il mio rifiuto di fare la recluta è basato su motivi ideologici, soprattutto per via dell’occupazione. Ho deciso di non fare il servizio militare perché non voglio far parte di nessun apparato militare. Ho frequentato una scuola ebreo-araba, e prima di essere chiamato alle armi ho realizzato che unendomi all’esercito avrei buttato al vento tutto ciò che avevo imparato, visto che la coesistenza e l’occupazione non possono andare assieme”.

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collegamenti di rete che trattano sulla obiezione di Udi Segal:

uffingtonpost.it

ilfattoquotidiano.it

altri collegamenti di rete dove si tratta di giovani israeliani obiettori:

redattosociale.it

osservatoriodiritti.it

famigliacristiana.it

peacelink.it

1 Commento

  1. Atteggiamento coraggioso, quello di questi 18-19enni… Sanno di perdere la libertà, di essere additati a vita come traditori di Israele e di mettere in pericolo se stessi e le loro famiglie (non sapevate che a Israele vige la medesima infame legge nazista della “Sippenhaft” per la quale, oltre al reo viene perseguita pure la sua famiglia?). Atteggiamento coraggioso, la resistenza motivata e ragionata di questi giovanissimi ragazzi… Non posso non fare il paragone con i loro coetanei d’Italia, per lo più viziatissimi, isterici se non ottengono i costosi prodotti di tendenza da mercato globale, rincretiniti da ore ed ore di rete fatta di messaggi di violenza gratuita, giustificati e privati di coscienza da genitori compiacenti ed iperprotettivi…

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