Pordenone, 6 Febbraio 2024: la TAVOLA PER LA PACE FRIULI VENEZIA GIULIA ha inoltrato alla Procura una denuncia a carico del Prefetto di Pordenone, per aver omesso di rispondere alla richiesta d’informazione sui Piani di emergenza nucleare per la base di Aviano.

La denuncia fa seguito all’attesa di un anno, durante la quale Tavola Pace ha sollecitato più volte una risposta fino a giungere a una formale diffida, caduta nuovamente nel silenzio. Tavola Pace FVG è organo portatore di pubblico interesse che ha ottenuto nel 2007 i Piani di emergenza nucleare militare al porto di Trieste, in base al Decreto Legge 230/95.

Il 26 settembre 2022 veniva presentata al Prefetto di Pordenone una “Richiesta di Piani d’Emergenza in caso d’incidente nucleare alla base di Aviano” le cui motivazioni e contenuti sono stati ripresi dalla stampa. La richiesta era giustificata dal pericolo determinato dalla guerra in Ucraina, che potrebbe provocare una ritorsione Russa verso le basi nucleari di Ghedi (Brescia) e Aviano; pericolo reso assillante con lo scoppio della guerra in Palestina, dopo l’abbandono dei Trattati di prevenzione da parte delle potenze coinvolte.

Le massicce esercitazioni – anche di tipo nucleare – realizzate e in fieri da parte di Nato e Federazione Russa, destano preoccupazioni più che legittime in tutta la regione di Alpe Adria. Il Prefetto di Brescia ha ricevuto la delegazione dei richiedenti i Piani di emergenza allarmati per la mancanza di notizie sul rischio relativo alla base nucleare di Ghedi.

E’ nota la sostituzione in corso, a Ghedi e Aviano, delle bombe nucleari B61 “a caduta” con le B61–12 dotate di supporto missilistico, atte a penetrare nel terreno e la cui potenza può essere sia minore che maggiore, degli ordigni di Hiroshima e Nagasaki. Bombe il cui uso è adatto al campo di battaglia – anche il nostro – aumentando le possibilità di diventare bersaglio, di primo colpo o ritorsione.

Ricordiamo l’esplosione terroristica dei tank pieni di petrolio alla Siot di Trieste nel 1972. Uno studio diffuso alla Conferenza Onu sull’impatto umanitario delle armi nucleari di Vienna, indicò una ricaduta radioattiva (con venti prevalenti da sud) estesa fino alla Polonia, in caso di esplosione nucleare ad Aviano.

Considerate le guerre in corso, è palese la preoccupazione per la belligeranza non dichiarata UE e Italiana verso la Russia e il sostegno incondizionato del nostro Governo a Israele, che potrebbero renderci oggetto di attacco. Si consideri che Trieste è fra i porti a disposizione di navi da guerra a propulsione nucleare, in aperta violazione del Diritto internazionale sullo status disarmato e neutrale di Trieste. Numerosi incidenti hanno coinvolto navi e sottomarini muniti di testate nucleari.

In prossimità dell’anniversario dell’Olocausto provocato dagli Stati Uniti il 6 e 9 agosto 1945 in Giappone, è stata intrapresa ad Aviano e Trieste una protesta, per segnalare che l’informazione alla popolazione sul rischio nucleare dovuta per legge, viene negata.

Il segreto imposto per motivi di sicurezza, o in forza di segreto militare o di Stato, su notizie necessarie a una puntuale informazione, non può estendersi alla conoscenza dei nuovi Piani di emergenza nucleare militare dovuti in base alle Direttive europee e al Decreto Legge 101/2020, che aggiorna il DL 230/95; né all’informazione in favore di Enti locali e Popolazione sui rischi dovuti alla presenza di armi nucleari, con le misure di protezione in caso di incidente attentato o atto bellico che si dovessero verificare.

Tale richiesta al Prefetto di Pordenone è rimasta senza riscontro, mentre analoga richiesta al Commissario di Governo per la Provincia di Trieste, ha ottenuto sia pur tardivamente risposta. Scaduti i termini della diffida, il referente di Tavola Pace FVG Alessandro Capuzzo ha dato mandato all’avvocato Pierumberto Starace di far partire la denuncia, nel mentre l’onorevole Bonelli ha presentato un’interrogazione ai Ministri di Difesa ed Interno in Parlamento.


riferimenti di rete di articoli pubblicati circa l’argomento:

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